Enzo Sicuri, parmigiano doc, senzatetto per scelta, era definito “Màt”, ma in realtà era un filosofo di vita con un’istruzione alimentata da incontri, libri letti e opere liriche ascoltate. Fautore, per così dire, di una raccolta differenziata ante litteram (riciclava cartoni), viveva con e per la natura, aveva come guida la libertà e rifiutava tutte le imposizioni del consumismo.
Molti parmigiani serbano ricordi e aneddoti di Sicuri, che per oltre trent’anni è stato una presenza fissa in centro storico dove viveva, rifugiandosi in androni, vicoli, voltoni. Ha vissuto gran parte della sua esistenza all’addiaccio, senza nascondersi e anzi facendolo come una scelta di vita. Una contraddizione rispetto alle normali abitudini sociali, resa ancora più forte dal contrasto con gli anni del “boom” economico e del benessere.
Inoltre, particolare non secondario, Enzo Sicuri scelse di continuare a vivere a Parma, nella propria città di nascita, caratteristica insolita per chi vive in strada, che spesso preferisce emigrare in altre località.
Nel trentennale della morte, Sicuri (1907-1988) rivive ora in un docufilm che vuole essere una riflessione sulla società attuale. È l’unico clochard a cui sia stato dedicato un monumento, con nome e cognome: nel centro storico di Parma, in piazzale della Macina. Il suo motto era “Nella vita si può fare a meno di tutto, tranne che dell’aria per respirare”.